Il settore calzaturiero italiano di fronte alle sfide del 2025: dati, analisi e prospettive

Il 2024 si chiude con un bilancio negativo per il settore calzaturiero italiano, che ha dovuto affrontare una flessione generalizzata in termini di fatturato, export e produzione. Secondo il report del Centro Studi di Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici, i primi nove mesi dell'anno hanno registrato un calo significativo in tutti i principali indicatori economici del comparto, segnalando una fase di difficoltà che si prospetta prolungata anche nel 2025.
I dati per il settore calzaturificio in Italia
L’export, da sempre colonna portante dell’industria calzaturiera italiana, ha subito un calo del -9,2% rispetto allo stesso periodo del 2023, riflettendo una forte riduzione degli ordinativi. La produzione industriale ha subito una contrazione del -18,9%, come riportato dall’Istat, mentre il fatturato ha registrato una flessione del -9,7%.
Le difficoltà economiche globali, unite a un contesto geopolitico instabile, hanno avuto un impatto devastante sul comparto. Il terzo trimestre del 2024 non ha mostrato alcun segnale di ripresa: oltre il 60% delle aziende ha riportato fatturati inferiori rispetto all'anno precedente, con circa il 20% delle imprese che ha subito riduzioni superiori al 20%. Questo ha portato alla chiusura di oltre 140 aziende (-4%) e alla perdita di circa 2.600 posti di lavoro (-3,6%).
Andamento del mercato estero: tra cali e segnali di speranza
L’export ha registrato dinamiche contrastanti nei diversi mercati di riferimento. Mentre l’Unione Europea ha visto un calo moderato (-2,6% in valore), con difficoltà in Francia e Germania, i mercati extra-UE hanno subito un vero e proprio tracollo (-15,3%). La crisi economica internazionale, insieme alle tensioni geopolitiche legate alla guerra in Ucraina e ai conflitti in Medio Oriente, ha inciso pesantemente sui consumi globali.
Tuttavia, non tutti i dati sono negativi. Alcuni mercati hanno mostrato segnali di crescita: la Cina ha registrato un incremento dell’1,7% in valore (+19% in volume), Hong Kong è cresciuta dell’8,7% e gli Emirati Arabi Uniti hanno segnato un +26,3% nelle importazioni di calzature italiane. La Turchia ha mostrato un andamento positivo con un incremento superiore al 10% in entrambi i parametri.
Di contro, la Svizzera ha subito un crollo drammatico, con un calo del -51,3% in valore e del -35,4% in quantità. Tuttavia, questa contrazione è legata a cambiamenti nelle strategie logistiche dei grandi brand del lusso, che hanno preferito spedire direttamente ai mercati finali anziché utilizzare i depositi elvetici.
Le sfide del 2025: strategie e prospettive di ripresa
Concludendo il 2024 con un quadro fortemente negativo, il settore calzaturiero italiano si prepara a un 2025 difficile. Le prime stime prevedono un ulteriore calo del fatturato del -9,3%, che dovrebbe attestarsi a 13,2 miliardi di euro, con una perdita di circa 1,4 miliardi rispetto al 2023. La crisi produttiva si riflette anche sull’occupazione: le assunzioni sono in calo e la cassa integrazione ha visto un aumento esponenziale delle ore autorizzate (+139,4%).
Per affrontare queste sfide, il comparto calzaturiero dovrà puntare su innovazione, digitalizzazione e sostenibilità. Investire in nuovi modelli di business, rafforzare la presenza sui mercati emergenti e diversificare le strategie produttive e distributive potrebbero rappresentare leve fondamentali per superare la crisi.
L’industria calzaturiera italiana ha dimostrato negli anni una grande capacità di adattamento e resilienza. Sarà fondamentale, nei prossimi mesi, mettere in atto strategie efficaci per recuperare competitività e affrontare le incertezze del panorama economico globale.

